Castagno

Albero maestoso dal legno duro che da giovane presenta una scorza grigiastra e liscia che con l’età tende a screpolarsi e che può raggiungere i 30 metri di altezza.

Ha un’area di vegetazione vastissima che abbraccia un po’ tutta l’Europa, in particolare quella meridionale (tra cui l’Italia) dove cresce ad altitudini comprese fra i 300 e 1000 metri. Il castagno è originario dell’Asia minore e la sua introduzione in Europa potrebbe risalire a un’epoca molto remota.

Le foglie sono di forma lanceolata con margine seghettato e i fiori sono di colore giallognolo. La fioritura avviene in primavera‑estate.

Il castagno forma boschi di notevoli estensioni, è diffuso nei monti di tutta Italia dove vanta esemplari monumentali e viene coltivato per i suoi frutti e per il legname pregiato.

Del castagno si utilizzano le foglie giovani, la corteccia ed i frutti che si raccolgono in autunno.

In passato il castagno non solo ha riscaldato col suo legno migliaia di casolari ma ha anche costituito la base alimentare degli abitanti delle montagne grazie ai suoi frutti che hanno un notevole contenuto di lipidi, glucidi e protidi, sostanze fondamentali per il sostentamento umano mentre la corteccia, ed in misura minore le foglie, è ricca di tannino.

Le foglie vengono tuttora raccolte in autunno per preparare la lettiera al bestiame, mentre la terra raccolta alla base dei vecchi tronchi fornisce un’ottima composta per fiori.

Le castagne, che si raccolgono da ottobre a novembre quando incominciano a cadere da sole, oltre ad essere un alimento nutritivo completo in quanto ricche di minerali, amidi, zuccheri e sostanze azotate (sconsigliato però ai diabetici proprio per l’alto contenuto di glucidi), sono utili a quanti soffrono di stati di avitaminosi, a chi ha bisogno di un apporto minerale e a coloro che, superato un periodo di debilitazione, devono recuperare le forze perdute.

Le castagne sono quindi altamente nutritive e potrebbero bastare da sole a soddisfare il nostro fabbisogno alimentare.

Si possono utilizzare in svariati nodi: secche e ridotte in farina, per preparare  dolci budini, torte, castagnacci ecc.; lessate e consumate come frutta, e in fine arrostite le classiche “caldarroste”.

In  fitoterapia si usano invece le foglie, ricche di tannino, fitosterina, fosforo e magnesio, che si raccolgono in aprile‑maggio e si fanno essiccare all’ombra.

Usi e dosi

  • Infuso utile come espettorante, sedativo della tosse, raffreddori, tosse asmatica e ostinata, soprattutto dei bambini: mettere a ri­posare una manciata di foglie in 1litro d’acqua bollente per  20 minuti, filtrare e bere 2 mezze tazze al giorno addolcendolo col miele.

  • Usare lo stesso infuso come pediluvio per eliminare il sudore dei piedi, per la tosse ed il raffreddore.

  • Nei casi di angina, ossia di infiammazione delle cavità orali fare dei gargarismi con lo stesso infuso di foglie di castagno.

L’uso delle foglie di castagno inoltre riduce i fenomeni di congestione ed ingorgo linfatico degli arti inferiori attraverso le sue proprietà drenanti ed è di conseguenza un eccezionale drenante linfatico utile nelle vasculopatie e negli edemi degli arti inferiori attenuando molto la dolorosa sensazione di gambe pesanti.

Avvertenze: sconsigliato l’uso dei frutti ai diabetici e ai sofferenti di fegato.

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