Valeriana

La valeriana è una pianta che può raggiungere i 150 cm d’altezza e cresce nei boschi umidi, nelle radure, lungo i ruscelli delle Alpi e degli Appennini anche fino oltre i 2000 metri di altezza.

I suoi fiori sono piccoli di color bianco o rosati raccolti in ombrelle e fioriscono in primavera­-estate.

Ne esistono diverse specie ma la più conosciuta è senz’altro la “valeriana officinalis”.

E’ chiamata anche “Erba dei gatti” perché il suo odore attira irresistibilmente i gatti che volentieri vi si strofinano contro.

Le parti della valeriana che si utilizzano per usi fitoterapici sono il rizoma fresco o essiccato con le radici, che viene raccolto da piante di almeno 2 anni di età in primavera o in autunno.

Conosciuta già nel Medioevo è nota da sempre per le sue proprietà sedative.

L’azione della valeriana, dovuta ad una serie di composti presenti nella sua radice, favorisce il sonno e il rilassamento.
Da utilizzare quindi nei casi di ipereccitabilità psichica e sensoriale e nei disturbi del sonno.

E’ un valido aiuto anche per combattere le vampate di calore frequenti nella menopausa.

 Uso e dosi

  • Far macerare 10 gr. di radice fresca e pulita in 250 ml d’acqua fredda per una notte e berne 2 tazzine al giorno lontano dai pasti principali come coadiuvante nel trattamento della depressione.

  • Far macerare 40 gr. di radice fresca e pulita in 1 litro d’acqua fredda per 6-7 ore; filtrare e berne 2-3 tazzine al giorno lontano dai pasti principali nel caso di emicrania e stati d’ansia. Oppure una tazza mezz’ora prima di coricarsi nel caso di insonnia.

Il  sapore della valeriana non è molto gradevole, per correggerlo si può addolcire con del miele.

  • Polvere di radici: mezzo cucchiaino, tre volte al giorno, amalgamandolo al miele oppure in un cachet.

  • Tintura: mettere una manciata di radici in un litro di alcool a 70° e lasciare a macerare per 10 giorni. Prenderne da 20 a 30 gocce in mezzo bicchiere d’acqua o su una zolletta dì zucchero tre volte al giorno.

Avvertenze: l’uso eccessivo della pianta può essere nocivo. Controindicata per chi soffre di bassa pressione arteriosa.

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